IMMAGINI DELLA STAGIONE
































STORIA DELLA STAGIONE

Le vicende societarie

Come spesso è avvenuto nella storia del Venezia, sono le vicende societarie a caratterizzare in maniera preponderante, a discapito degli interessi per gli aspetti più propriamente sportivi, la vigilia della seconda stagione consecutiva in serie C dei neroverdi, nell’estate del ‘53. L’ingegner Carlino Francesconi, presidente del sodalizio lagunare nell’ultimo biennio, non fa mistero di voler cedere il passo, sia per impegni di lavoro sia per problemi di salute, dichiaratamente deluso per l’indifferenza di istituzioni e imprenditoria cittadine, a suo dire scarsamente presenti nell’appoggiare concretamente gli impegni dei dirigenti del Calcio Venezia. Nell’assemblea annuale ordinaria dei soci dell’AC Venezia del 7 luglio 1953, rassegnate le dimissioni, Francesconi accetta solamente l’incarico di commissario ad interim per poco più di un mese.
Con l’uscita di scena del presidente, si appalesa una crisi dagli sviluppi assolutamente incerti, non potendosi ipotizzare chi possa succedergli; una crisi che è conseguenza non solamente di difficoltà economiche, ma anche (forse, soprattutto) di perdita di motivazioni.
La relazione del rag. Giuseppe Nuzzetti, sempre nella citata assemblea, è eloquente al riguardo: pur a fronte di una perdita di circa 12 milioni di incassi fra la stagione 1951-52 (in serie B) e quella del campionato di C appena concluso (1952-53), la Società ha ridotto il passivo da 42 a 23 milioni nell’ultimo anno. Ciò è potuto avvenire grazie alle cessioni di Bonafin, Valentinuzzi e Stivanello (i primi due al Bologna di Cipo Viani, il terzo al Padova). Ulteriori operazioni di mercato vengono perfezionate fino alla data di chiusura prevista per il trasferimento di giocatori da una squadra all’altra (31 luglio) e questo senza che si possano cogliere delle schiarite a livello societario. De Angelis viene ceduto al Genoa (in cambio di Viviani e un conguaglio di 6 milioni) e un accordo è trovato anche per il passaggio dell’ala destra Capelli al Brescia.
Qualcosa però si sta muovendo anche in altri ambiti. Il Prefetto, dottor Vincenzo Peruzzo, sollecitato dal dirigente lagunare dottor Domenico Chiesa il giorno 10/07, garantisce appoggio e iniziative, imitato successivamente in maniera concreta dal Sindaco, prof. Angelo Spanio. Verso la fine del mese compare per la prima volta il nome del giovane avvocato Mario Valeri Manera, il cui interessamento nei riguardi della presidenza del Venezia è però condizionato dallo stesso a una estesa e qualificata partecipazione, non soltanto a livello di Consiglio societario. In mancanza di queste premesse, non potendosi inizialmente realizzare il progetto di Valeri Manera, per il momento non se ne fa niente.
Si giunge così alle tre assemblee straordinarie tenutesi fra il 3 e il 12 agosto che si concludono operativamente con l’elezione di un Comitato di reggenza composto da Giuseppe Nuzzetti, Giuseppe Vandelli e dal dottor Giorgio Bertotto. A questo triunvirato, con mandato a termine (15 novembre), si associa l’amministratore, rag. Francesco Canal. Nella sede sociale, in Calle del Cristo, serpeggiano umori contrastanti: molto nervosismo, incomprensione per un’agonia che non si accompagna ormai più a rilevanti problemi finanziari (stanti il bilancio ulteriormente migliorato e addirittura in attivo con le ultime cessioni e i fondi erogati dal Comune per provvedere alle necessità contingenti per l’iscrizione al prossimo campionato), speranze mescolate a incertezza sia per il futuro sia per gli aspetti più facilmente risolvibili (come ad esempio su chi nominare per gestire il tempo di reggenza).

Bendin il salvatore

Istituito il Comitato di reggenza, si può prendere un po’ tempo e tirare comunque un sospiro di sollievo, in attesa della ricostituzione di un nuovo gruppo dirigente del Calcio Venezia. Il campionato è però alle porte e i componenti della nuova squadra sono ancora da definire, per buona parte di essi, a cominciare dal nuovo allenatore. Dopo la partenza di Guido Testolina e la rinuncia di Luigi Busidoni ad allenare il Venezia (entrambi passati al Treviso, in serie B), la guida tecnica della squadra, a meno di un mese dall’inizio del campionato (13 settembre), viene affidata al 39enne veronese Giuseppe Antonini, ex mediano del Milan, undici stagioni in A coi rossoneri dal ’37 al ’49. Siamo a metà agosto. Al suo fianco collaborano i tecnici Bruno Gelli, Loris Rossetti e Guerrino Venturi, mentre per il settore giovanile viene confermato Tito Brombara, lo scopritore di Bonafin e Stivanello.
Il 18 agosto, finalmente, la convocazione dei giocatori formanti la rosa del nuovo Venezia. Tra essi, gli onori della ribalta spettano al nuovo portiere Dante Bendin e il perché è presto detto. In frangenti tanto delicati a livello societario, ci si scherza pure sopra e l’occasione è una notizia di cronaca che vede come protagonista, appunto, il neo-portiere del Venezia, giunto assieme a Benetti in prestito dal Bologna nell’ambito dell’affare Bonafin-Valentinuzzi. Un diciassettenne sta per annegare nel Tartaro, a Trecento, e il nostro Dante, tuffatosi nel fiume, lo trae in salvo. Si viene anche a sapere che un’impresa del genere gli era capitata in precedenza un’altra volta: sempre una persona in procinto di annegare, sempre un salvataggio. Non c’è due senza tre… si dice e si spera in città, al suo arrivo, accogliendo il salvatore.

Mario Valeri Manera presidente

Prima di giungere a una definizione stabile dell’assetto societario e dirigenziale del Venezia devono passare altri quattro mesi. Intanto il campionato inizia e la squadra inaspettatamente non conosce sconfitta per ben dieci giornate. Sono risultati assolutamente di rilievo per una compagine che non ha fatto ritiro pre-campionato e ha sperimentato i suoi schematismi di gioco solamente in un paio di uscite amichevoli prima del 13 settembre. Quando dunque ha luogo la fondamentale Assemblea straordinaria dei soci del 14 novembre 1953, in città si respira un clima di rinnovato ottimismo intorno alla squadra, che diventa sensazione di rinascita allorquando si ha notizia dell’accettazione da parte del giovane avvocato Mario Valeri Manera dell’incarico di Presidente, con un mandato biennale, in stretto legame con il Sindaco Spanio. Il Consiglio direttivo che scaturisce da quell’assemblea annovera nomi vecchi e nuovi, molti di spicco: Bertotto e Vandelli (due dei triumviri del Comitato di reggenza) vengono confermati; Nuzzetti rimane in veste di amministratore (dopo qualche mese lascia anche questo incarico e gli succede il rag. Francesco Canal); compaiono poi i nomi di Anacleto Ligabue, dell’assessore comunale Bruno Boccanegra, di Alesi, Bortoli, Chiaradia, Croze, Marcuzzo, Mazza, Ospitali, Rey, Schiavon. Si ipotizza un Consiglio allargabile a 21 membri, anche se la previsione è quella dell’istituzione di un esecutivo ristretto con vicepresidente, tre consiglieri, amministratore e segretario. E’ così realizzato quello che il Presidente voleva: delle basi solide su cui costruire il futuro, con il coinvolgimento di una cerchia di persone di assoluto riguardo. Sono le premesse per cercare di dare delle risposte concrete sia agli sportivi veneziani sia ai componenti della squadra. Sull’onda dell’entusiasmo si dà il via a una seconda campagna abbonamenti, con l’adesione di Ditte ed Enti cittadini, e in più occasioni la Società organizza dei pullman per favorire il seguito dei propri tifosi in trasferta. Vengono presentati in sequenza i nuovi acquisti: il 31enne centromediano Macchi, prelevato dalla Spal; la mezz’ala Amicarelli, giunta in prestito dal Napoli dopo trattativa con il “comandante” Achille Lauro; l’interno Alfier, già in forza al Palermo (in comproprietà con il Parma). Il presidente dà segni tangibili di assoluta vicinanza ai suoi giocatori: già il 18 novembre c’è una cena di presentazione, tutti presenti, Sindaco compreso; il giorno di Natale il presidente è a pranzo coi suoi ragazzi, due giorni dopo impegnati in una partita delicatissima per le sorti del campionato, in casa della capolista Parma; nel pomeriggio di quello stesso giorno di festa, lo stesso Valeri Manera e il capitano Bacchini vanno a far visita allo sfortunato Colosio, ricoverato presso il Solarium del Lido dopo un delicato intervento ortopedico. Gli portano in dono una radiolina… Poi toccherà allo stesso Bacchini ricevere un omaggio dal suo presidente: un cronometro d’oro offertogli in occasione della sua centesima presenza in neroverde, il 16 maggio 1954 (Venezia-Sambenedettese).
Un’altra data importante per l’Ac Venezia-nuovo corso è il 10 febbraio 1954. Un’ottantina di soci si riunisce nella sede di Calle del Cristo in assemblea straordinaria per varare il nuovo Statuto della società, che prevede, fra l’altro, la presenza nel Consiglio direttivo di un consigliere designato dal Sindaco, uno dal Presidente del Consiglio Provinciale e uno in rappresentanza dei soci benemeriti (oltre a questi ci sono i soci sostenitori e quelli ordinari). Viene eletto il Collegio dei revisori dei conti: Giuseppe Stiore, presidente, è coadiuvato dai dottori Vincenzo Gagliardi e Arturo Zanoldi. A completare i quadri societari, va ricordata la di poco precedente nomina del Conte Giovanni Volpi di Misurata alla presidenza della sezione squadre minori. Chi ha conoscenza della storia politica e imprenditoriale di Venezia non ha difficoltà a considerare quanti nomi importanti sia stato in grado di coinvolgere in un’unica squadra il Presidente Mario Valeri-Manera e anche i legami con l’area democristiana veneziana di molti di essi (l’avvocato Valeri-Manera è invece, all’epoca, segretario provinciale del Partito Liberale Italiano).

Il campionato

Quello del 1953-54 viene ricordato dagli sportivi veneziani come uno dei campionati più avvincenti, caratterizzato, per quanto riguarda la promozione in serie B, dalla sfida fra tre squadre, Parma, Arsenaltaranto e Venezia e risoltosi solamente all’ultima giornata con il passaggio di categoria delle prime due, a scapito dei neroverdi, finiti a un solo punto dalla coppia di testa.
Il Venezia, pur non offrendo mai un gioco particolarmente spettacolare, ha comunque garantito al pubblico locale una continuità di risultati positivi memorabile: 10 vittorie e 7 pareggi al “Penzo”, dove nessuna squadra ospite è riuscita a vincere. Per contro, il rendimento della squadra in trasferta è risultato parecchio deficitario e condizionante negativamente le chances di promozione della squadra: 4 vittorie, 7 pareggi e 6 sconfitte.
L’analisi dei dati statistici del campionato aiuta a informare in maniera deduttiva alcune considerazioni sulla condotta della squadra di Antonini, ottenendo così delle chiavi interpretative sufficientemente attendibili.
Con i 29 gol subiti, la difesa è risultata la terza del campionato; l’attacco del Venezia, invece, si è collocato solamente al tredicesimo posto per gol segnati (36 in 34 gare disputate). Nessuna squadra ha pareggiato più partite dei neroverdi: ben 14 gare finite in parità (6 di più del Parma, 4 di più dell’Arsenaltaranto). Con l’attuale criterio di assegnazione di 3 punti alla vittoria, la classifica finale avrebbe visto queste differenze: Arsenaltaranto 62 punti, Parma 60, Venezia 56.
Negli scontri diretti con le squadre di vertice i risultati ottenuti sono stati positivi (doppia vittoria in casa, pareggio a Parma, sconfitta a Taranto), ma parecchi punti sono stati concessi a squadre di coda (si considerino i risultati ottenuti con le retrocesse Pisa e Toma Maglie) e questo, alla fine, ha fatto la differenza.
Per quanto riguarda i 14 incontri vinti, in 11 occasioni il Venezia ha prevalso con un solo gol di scarto. In nove gare, il Venezia non ha segnato alcuna rete.
Antonini ha avuto a disposizione una rosa di giocatori discretamente valida, ancorché allestita frettolosamente e supportata con innesti nel corso del campionato. Molti dei venti giocatori utilizzati dal tecnico avevano trascorsi in serie A: Taiti, Macchi, Gozzi, Alfier; o comunque avevano disputato qualche gara in massima serie (Viviani, Colosio, Amicarelli, Scroccaro); qualche altro atleta in serie A ci sarebbe arrivato più avanti (Bizzarri, Fantini, Nordio). Mica poi male!
La storia del campionato permette di riconoscere sostanzialmente tre momenti distinti: la serie iniziale di dieci partite senza sconfitte (5 vittorie e 5 pareggi), che ha costituito un elemento di positiva sorpresa per tutti, in considerazione soprattutto delle vicende societarie più sopra ampiamente riportate; emotivamente, questi risultati sono stati una molla importante per un rinnovato interessamento alle vicende della squadra da parte della cittadinanza intera e in particolare per l’ingresso in società del nuovo gruppo dirigente dell’Associazione Calcio Venezia. Nella fase centrale del campionato (dall’11a alla 24a giornata) la squadra colleziona però ben 8 pareggi, perde 4 volte in trasferta e vince solamente in 2 occasioni. Il mese “nero” di febbraio è quello che ha condizionato pesantemente tutto quanto fatto di buono, sia prima, sia dopo: sì, perché alla fine (25a-34a giornata: 7 vittorie, 1 pareggio, 2 sconfitte) la squadra ha mostrato un rendimento sorprendentemente positivo, riaccendendo fino all’ultimo le speranze di promozione. Ma non è bastato.
La rincorsa alla serie B è stata bellissima, con un calendario che ha contribuito ad aumentare l’interesse, proponendo all’ultima di campionato Arsenaltaranto-Parma. I tarantini hanno vinto grazie a un gol dell’ex neroverde Castignani, giocando però contro una squadra che la settimana prima aveva raggiunto la matematica promozione. A nulla sono serviti i gol di Benetti e Taiti per la vittoria del Venezia sull’Empoli. Pochi altri tornei hanno avuto un epilogo così affascinante; probabilmente, la conclusione del campionato di serie C del 1972-73 (promozione sfumata all’ultima partita casalinga con l’Alessandria) è quella che, in epoca più recente, può aiutare a far comprendere con quanta tensione emotiva si fossero vissute le ultime domeniche della stagione sportiva '53-’54.
Non sono bastate quattro vittorie nelle ultime cinque partite disputate, la rincorsa alla promozione non è riuscita e, alla fine, la delusione è stata grande e lo spirito con il quale la dirigenza del Venezia ha preso atto dei risultati sportivi, a stagione conclusa, è eloquentemente spiegato dalla mancata conferma del tecnico Giuseppe Antonini alla guida della squadra. All’allenatore, in effetti, può incontestabilmente essere addebitato un atteggiamento della squadra assai poco propenso a una costante, incondizionata ricerca della vittoria in campo. In parecchi incontri con squadre di modesta levatura, in particolare, ci si sarebbe potuto attendere delle prestazioni più votate all’attacco e a una costruzione del gioco che non lasciasse isolate le punte, in particolare il centravanti Scroccaro. Queste ultime lacune possono essere probabilmente ricondotte a una mancata risoluzione degli assetti del centrocampo neroverde, all’interno dei quali l’allenatore non è riuscito a trovare una stabile e valida collocazione al talentuoso Bruno Alfier (schierato sette volte con il numero 4, cinque volte col 6 e col 10, una volta persino col 9 di maglia) e nemmeno a far emergere le doti di Amicarelli. “Spalla” principale in attacco di Scroccaro è stato poi Claudio Bizzarri, un “torello” molto generoso, assai mobile, utile per le capacità di finalizzatore (sia pure giocando da esterno), ma spesso protagonista di personalismi e di iniziative frutto di anarchia tattica, più che di rispetto di schematismi di gioco collettivo.

L’infortunio di Colosio

Nell’idea iniziale di Antonini, ad onor di cronaca, l’assetto d’attacco della squadra avrebbe dovuto prevedere Bizzarri esterno sinistro (e non ala destra, come di necessità ha giocato per tutta la stagione) e il 25enne bresciano Giovanni Colosio esterno destro. Alla prima giornata, quest’ultimo si è subito presentato da par suo, mettendo a segno due reti nella vittoriosa gara con il Livorno; ma sette giorni dopo, conclusa la trasferta di Pisa con un pareggio, l’impensabile si appalesa sotto forma di sfortunatissimo incidente che è bene andare a raccontare, per come le cronache ce lo restituiscono.
C’è un bruttissimo fallo di gioco su Colosio, che reagisce scalciando l’avversario. Viene espulso, avrà una giornata di squalifica. A causa del suo gesto impulsivo, il giocatore si procura una frattura di perone (misconosciuta inizialmente) e, sulla sua gamba viene inizialmente posto un impacco d’alcool. Durante il viaggio di ritorno della squadra da Pisa, fatalità o superficialità vogliono che il giocatore si procuri delle gravi ustioni agli arti superiori, in particolare al sinistro, conseguentemente a una fiammata determinatasi dalla vicinanza di una fonte di fuoco con la citata medicazione impregnata di liquido infiammabile. E’ il 20 settembre. Da quel giorno inizia per Colosio un “calvario” apparentemente senza fine.
Dopo un primo ricovero di un mese, le cose peggiorano e a dicembre il professor Giorgi, come riportano le cronache, decide di condurre una “fibulazione del radio, con trapianto osseo”. Non è dato sapere con sicurezza quali complicanze possano essere occorse in conseguenza dell’evento-ustione. Fatto sta che a Natale 1953 Giovanni Colosio risulta ancora ricoverato (al “Solarium” del Lido, dove riceve la visita del presidente Valeri Manera e del capitano Bacchini, che gli fanno dono di una radiolina; cose d’altri tempi, si direbbe) e che per tutta la stagione sportiva ’53-’54 Colosio non disputa altre gare.

Carrarese-Venezia 0-3, solo taciti accordi?

Chi può dire come sarebbero andate le cose senza quello sfortunato episodio occorso a Colosio? Non è ovviamente su tali supposizioni che è conveniente portare a termine una disamina sulla stagione 1953-54 del Venezia. Vero è che al rammarico per la mancata promozione verosimilmente gli osservatori più accorti delle cose calcistiche dovettero affiancare l’ammissione che ad essere promosse furono le due squadre più meritevoli (in particolare il Parma, allenato da Carlo Alberto Quario, futuro trainer del Venezia, e forte del duo cecoslovacco Július Korostelev-Čestmír Vycpálek).
Il Venezia non ce l’ha fatta, pur con un finale di stagione straordinario e pur – va detto – con un attivismo dei propri dirigenti andato probabilmente oltre i confini del lecito nella circostanza di cui si andrà a dire. .
Alla penultima giornata di campionato è in programma Carrarese-Venezia. I locali non hanno nulla da chiedere al campionato, I neroverdi hanno invece assoluto bisogno dei due punti e la vittoria (tre a zero, due rigori di Bares e gol di Scroccaro) arriva in maniera fin troppo facile. La cosa non passa in silenzio e chi ha convenienza a denunciare la “combine” non lesina dichiarazioni a mezzo stampa, cui fa seguito una sdegnata, pubblica replica del Presidente Valeri Manera.
L’Arsenaltaranto quello stesso giorno non va oltre al pareggio a Piacenza, mentre il Parma, battendo il Lecce, conquista la promozione con una giornata d’anticipo sulla fine del campionato.
Carrarese-Venezia si presta a essere una delle pagine meno chiare nella centenaria storia del Venezia: in mancanza di elementi probanti, sulla gara è sempre aleggiato un forte sospetto di illecito sportivo. Che i rapporti fra Carrarese e Venezia fossero in quegli anni assai consolidati, lo attestano molte operazioni di mercato intervenute fra le due società: nella Carrarese, dove conclude la sua carriera, gioca il portiere Luigi Griffanti (ex neroverde) e il terzino destro è Mario Tesconi, trasferitosi in laguna l’anno successivo; Sauro Taiti passerà alla Carrarese a fine stagione (e verrà squalificato per una tentata “combine” a favore del Venezia: si è sempre alla fine del campionato, 34a giornata, 12 giugno 1955, Carrarese-Venezia 1-2).
A distanza di molti anni, chiesto esplicitamente come fossero andate le cose all’ex glorioso capitano del Venezia Mario Tesconi, si sono avute sia una attestazione di estraneità dell’interessato relativamente a un suo coinvolgimento nel probabile illecito sportivo (“Mi sono trovato sul 3-0 senza quasi accorgermene!”) sia una ammissione che qualcosa di irregolare possa essere realmente avvenuto, con una trama non chiarita interessante “vecchi giocatori”. Se così effettivamente sono andate le cose, giusta, a maggior ragione, la promozione di Parma e Arsenaltaranto.

Addendum / Addenda
Lo spazio seguente è riservato a contributi e approfondimenti relativi alla stagione sportiva 1953-54

La replica del Presidente Valeri Manera alle accuse di illecito sportivo
Da: Il Gazzettino, 28 maggio 1954:
I PRETESI CASI DI CORRUZIONE
IL VENEZIA PROTESTA PER LE VOCI TENDENZIOSE
Mentre il campionato di serie C sta per vivere a Taranto la giornata decisiva, circolano in molti ambienti sportivi voci più o meno fondate le quali tendono a mettere in causa la legittimità delle posizioni delle varie candidate e alla promozione e alla retrocessione. Iersera, anzi, informazioni provenienti da Milano parlavano addirittura di denunce che sarebbero state sporte e di “prove raggiunte” per alcuni casi di corruzione. Tali notizie, ovviamente, sona da prendere, in tutti i casi, con le molle. Si parlava ad esempio di segnalazioni circa illegalità registrate nel corso di partite disputate in Toscana dalla squadra dell’Arstaranto (in verità la voce è “cavallo di ritorno”) e di indagini che la Lega Nazionale avrebbe avviato in proposito, sulla base di dichiarazioni fatte dall’allenatore di una squadra, appunto, toscana.
Ciò che ha suscitato, però, più vivace reazione è stata la notizia, rimbalzata da Milano, circa una presunta denuncia avanzata dal Maglie e concernente la recente partita Carrarese-Venezia, in cui la squadra ospitante avrebbe favorito la vittoria dei lagunari. Se la voce ha suscitato scalpore a Venezia, non è stata però presa molto in considerazione a Milano, ove la Lega non ha dato nessuna conferma dell’esistenza di denunce o di segnalazioni.
In ogni caso, per dissipare anche i più vaghi sospetti il presidente dell’A.C. Venezia, avv. Valeri Manera, ci ha fatto in merito delle precise dichiarazioni:
“I miei collaboratori ed io – ci ha affermato - siamo sdegnati per quanto abbiamo appreso. E’ infatti inaccettabile che si diffondano in questo modo notizie che offendono società che, come la nostra, hanno una grandissima e purissima tradizione sportiva e rappresentano città fra le prime, per importanza, capacità e lavoro, del nostro Paese. E ciò proprio al termine di un campionato, in un momento decisivo, indirettamente favorendo (coll’inflluenzare in maniera negativa lo spirito degli sportivi o dei giocatori della nostra società e della capolista) altra società che la geografia indica in chiara maniera”.
L’avv. Valeri Manera ha fatto rilevare come, appunto per non turbare lo svolgimento del torneo, la società neroverde si sia guardata dal segnalare cose che pur si riserva di portare a conoscenza di chi di dovere al termine del campionato.
Il presidente dell’A.C. Venezia ha poi concluso:
“Lo sport è una cosa molto seria che esige dalle società che lo praticano una serietà che evidentemente, purtroppo, non tutti hanno. Ci riserviamo di presentare la nostra sdegnosa protesta agli enti federali ed eventualmente chiedere l’autorizzazione di agire giudizialmente nei confronti di chi offende la reputazione, il decoro e tutte le tradizioni sportive della nostra società”.





STATISTICHE DELLA STAGIONE

SQUADRA PT V N P GOL FATTI GOL SUBITI
Parma 43 17 9 8 45 23
Arsenaltaranto 43 19 5 10 50 36
Venezia 42 14 14 6 36 29
Sanremese 39 14 11 9 49 34
Carbosarda 39 14 11 9 41 38
Lecce 38 13 12 9 42 36
Livorno 38 14 10 10 42 37
Catanzaro 37 15 7 12 50 41
Piacenza 36 14 8 12 63 42
Lecco 25 12 11 11 36 37
Empoli 34 11 12 12 37 35
Sambenedettese 34 12 10 12 40 40
Siracusa 34 12 10 12 35 36
Carrarese 31 10 11 13 31 46
Toma Maglie 28 11 6 17 41 58
Pisa 22 7 8 19 31 66
Lucchese 21 8 5 21 42 56
Mantova 17 4 10 20 22 53

PROTAGONISTI DELLA STAGIONE

Alfier, Amicarelli, Ampollini, Bacchini, Bares, Bendin, Benetti, Bianchini, Bizzarri, Castioni, Colosio, Fantini, Gozzi, Jannuzzi, Macchi, Mascellani, Nordio, Scroccaro, Taiti, Viviani,

Serie C
Divisione Nazionale


Denominazione:

Associazione Calcio Venezia

Sede Sociale:

San Marco, Calle del Cristo 2060 - Venezia

Presidenza:

Comitato di Reggenza:
Giorgio Bertotto, Giuseppe Nuzzetti, Giuseppe Vandelli
(dal 12/08/1953 al 14/11/1953).
Presidente (dal 14/11/1953): Mario Valeri Manera

Allenatore:

Giuseppe Antonini

Campo Sportivo:

Stadio Comunale
''Pier Luigi Penzo''
m 110 X 66 - 18 mila spettatori